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venerdì 28 marzo 2008

PROGRAMMA PDL SU ICT E INNOVAZIONE

In questi giorni molti amici di molte aziende mi chiedono di sapere quale sarà il programma del Popolo delle Libertà sulle ICT. Credo che ci vorrà ancora un po' di tempo per declinare in azioni i due grandi temi che sono:
  1. Completare la digitalizzazione della PA
  2. Sviluppare le reti in banda larga
Tra le azioni per sviluppare il broadband occorrerà definire come contribuire alla costruzione delle NGN (next generation network) le reti di nuova generazione, che sono una priorità per la crescita della banda larga e per lo sviluppo industriale del Paese.

Alcune ipotesi di azione per completare la digitalizzazione della PA le svilupperò in un prossimo post.

Per ora ripropongo il documento che sintetizza i risultati del quinquennio 2001/2006 nelle TLC.

venerdì 8 febbraio 2008

SE E' VERO, IO MI RITIREREI DALLA GARA WI-MAX

Non so con quanta consapevolezza del profondo significato commerciale è stato riportato che
"Il Ministero delle Comunicazioni sta per tirare fuori dal cilindro delle frequenze aggiuntive (24 MHz) rese disponibili proprio per le pubbliche amministrazioni..."
"la settimana scorsa Ministero e Regione Lazio hanno siglato un accordo per portare entro il 2010 la banda larga nel 100 per cento del territorio"
(L'Espresso, 8/2/08, "Mediaset senza fili" di Alessandro Longo)
Non so nemmeno quanto sia attendibile, ma nel pressappochismo con cui nel nostro paese vengono gestiti alcuni temi non mi stupirei che fosse tutto vero. Vero cosa? Le infrastrutture o le fa il pubblico o le fanno i privai. Non esistono vie di mezzo.

Se per esempio rappresentassi un operatore di telecomunicazioni che sta partecipando alla gara sul Wi-Max mi aspetterei di poter erogare attraverso questa asta, dei servizi rivolti verso tutti i residenti nel territorio, PA compresa. Cosa vuol dire che alle PA verranno assegnate delle frequenze? Ma siamo matti? I privati le pagano, chiedono prestiti, investono per realizzare una rete, e poi? Lo Stato ne da altre gratis agli enti locali (che secondo il codice delle comunicazioni elettroniche non possono fornire servizi), magari costituiscono una municipalizzata ad hoc, si fanno i servizi da soli con costi maggiori rispetto a quelli dei privati (ma tanto si pagano con la fiscalità) e magari si inventano pure (è già successo) di vendere questi servizi ai cittadini... in piena concorrenza con gli operatori.

Se fossi un operatore in gara, a queste condizioni, mi ritirerei di corsa.

mercoledì 6 febbraio 2008

IL MIO PROFILO SU RADIORADICALE

Lo ho scoperto per caso e con molto piacere. Sul sito web di Radio Radicale c'è una pagina con il mio profilo su cui sono raccolti molti eventi (che non ricordavo) a cui ho partecipato e che sono stati ripresi.

http://www.radioradicale.it/soggetti/gianluca-petrillo

sabato 1 dicembre 2007

L'ITALIA IN RETE - 12 DICEMBRE A ROMA

L'appuntamento è per il 12 Dicembre alle ore 15.30 alla Sala delle Conferenze di Palazzo Marini (Camera dei Deputati, Via del Pozzetto 158) per il convegno promosso dall'associazione Italia Protagonista sullo sviluppo delle telecomunicazioni.


La convergenza è una realtà che vede i mezzi di comunicazione sempre più indistinti e sempre più integrati.
Telefonia fissa, mobile e via Internet; televisione digitale, cablata, satellitare, videofonia; reti tradizionali e di nuova generazione. Sono queste le coordinate di sviluppo di un mercato in rapida evoluzione e dagli esiti non del tutto scontati.
L'Italia protagonista per anni dello sviluppo da due cifre nel settore delle tlc si trova oggi davanti a sfide cruciali e decisive, che chiamano in causa operatori, istituzioni e cittadini.
Quale sarà il futuro dell'Italia in rete?

Ne parleremo a Roma il 12 Dicembre con un panel di prestigio composto dai principali attori del mercato italiano delle telecomunicazioni.


Visualizzazione ingrandita della mappa

giovedì 1 novembre 2007

E ORA ANCHE IL FISCO CI SCHEDA...

Questa è veramente bella!! Il Fisco ha chiesto agli operatori telefonici di avere accesso ai dati dei loro clienti per combattere... (chi?)... (cosa?)... l'evasione fiscale su beni immobili in affitto non dichiarati e su cui il cittadino potrebbe non pagare le tasse.

I primi controlli di Visco riguarderanno i numeri telefonici riportati negli annunci immobiliari
Ora il Fisco scheda tutti i telefonini
All'Agenzia delle Entrate va pure la tracciabilità dei cellulari

(Italia Oggi del 1/11/07, pag. 5, articolo di Franco Adriano)

Sembra che il Garante per la Privacy interverrà per definire le modalità con cui i dati devono essere trasmessi telematicamente dagli operatori all'Agenzia delle Entrate. Quello che mi scandalizza è che si è gridato allo scandalo per le analisi del traffico telefonico svolte ai fini della sicurezza nazionale per attività di antiterrorismo, mentre oggi non desta clamore che per riscuotere le tasse si mettano insieme banche dati di diversi operatori. Verranno creati indici di confidenza, con cui qualche funzionario del Ministero dell'Economia avvierà dei controlli per verificare ad esempio se abbiammo affitato qualche casa

Il dramma è che le stesse informazioni (che verranno richieste anche ai gestori dell'acqua, del gas, della luce... e di tutte le nostre utenze domestiche) potranno essere elaborate ad altri fini, sempre fiscali. Controlleranno quanto spendiamo e se il tenore della nostra vita è in linea con il lavoro che facciamo... Un po' come all'Havana, dove dalla presenza di un frigorifero dentro casa si deduce che si contrabbandano sigari...

MARCORE' TORNA AD IMITARE GASPARRI

Esilarante. Una parodia veramente divertente andata in onda a "Parla con me", il nuovo programma della Dandini. Molti spunti mostrano un'analisi attenta ai particolari e con elementi reali. Per chi l'ha persa, ecco la versione estratta da YouTube.



Se poi volete rivedere anche la famosa imitazione di qualche anno fa...

martedì 16 ottobre 2007

BANDA LARGA, ANCHE IN FRANCIA L'INCUMBENT MULTATO PER ABUSO POSIZIONE DOMINANTE

La notizia è del 16 Ottobre, ripresa giusto giusto da "Il Sole 24 Ore" (pag. 47). La rilancio tanto per non sentirci soli... con tanti amici ISP condividiamo da anni i problemi degli operatori più piccoli e dei new comers. In Francia l'Antitrust multa France Telecom con 5/6 anni di ritardo... lasciatemi dire, stanno peggio di noi...

FRANCE TELECOM
Multa antitrust da 45 milioni
L'Antitrust francese ha comminato una multa di 45 milioni di Euro a France Telecom per abuso di posizione dominante nel mercato della banda larga nel 2001 e 2002. A far scattare la procedura le denunce di T-Mobile e Liberty Surf.

Non sono felice per i problemi degli altri paesi UE, ma come ho sempre sostenuto da noi se ne parla di più, mentre in altri paesi sembra sempre che tutto vada bene. E si vendono sempre come se fossero i migliori del mondo.
Anni fa (quando ero al Governo) fummo sottoposti ad una campagna mediatica per i prezzi delle ADSL che da noi erano troppo elevati, proprio in confronto alla Francia... evidentemente le condizioni di France Telecom non erano replicabili... e ne ha avuto un giovamento diretto...
Inoltre in Francia e in Germania i governi controllano direttamente gli incumbent e definiscono direttamente politiche di prezzo e di sviluppo della banda larga, ovvero sono completamente al difuori di quello che è richiesto dalle direttive europee, ma nessuno dice niente.
Altro che Italia... Noi ormai siamo europeisti al 100% e iper-liberisti!!

martedì 9 ottobre 2007

PREFETTO E MINISTRO APPROVANO IL BURQA

Credo che questa notizia sia una delle più inquietanti comparsa negli ultimi tempi. La fonte è l'articolo di Magdi Allam del 9/10/07 comparso sul Corriere.it (link).

Il caso Treviso divide il governo. La legge del 1975 e la circolare del 2004: il caos delle norme

Una donna con il burqa
Se la decisione del prefetto di Treviso, Vittorio Capocelli, di legittimare il burqa dovesse accreditarsi come riferimento giuridico e amministrativo a livello nazionale, prossimamente le donne islamiche completamente velate potrebbero frequentare le scuole, essere assunte nei luoghi di lavoro e circolare liberamente ovunque in Italia.

Sono rimasto profondamente perplesso perché se la stessa facoltà fosse estesa ai territori con rilevante presenza mafiosa, 'ndranghetosa, della camorra, come risultato avremmo un aumento impressionante della criminalità e della non perseguibilità dei crimini.

Mi sembra di avere a che fare con le recriminazioni di quegli immigrati di religione islamica che pretendevano foto con il velo nei loro documenti di identità. Il rispetto per le confessioni religiose è alla base della nostra cultura, ma alcune abitudini non possono minare il delicato funzionamento di una società laica.

venerdì 14 settembre 2007

UNA TV PREISTORICA...

Riporto un estratto dell'intervista al Prof. Vincenzo Zeno-Zencovich dal titolo "La sinistra pensa ad una tv preistorica" che compare oggi (14/9/07) a pag. 7 de "Il Giornale delle Libertà".

Quali sono le sue principali perplessità rispetto al disegno di legge [Gentiloni] che disciplina il settore televisivo?
Considerando innanzi tutto i principi ispiratori del ddl, mi sembra quanto meno discutibile il fatto che il testo tenda ad espropriare un'emittente di una serie di risorse accumulate legittimamente nel corso degli anni, in contrasto con l'articolo 42 della Costituzione e con il Protocollo I alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo: la potestà espropriativa ha dei limiti ed è una misura consentita solo per motivi di interesse generale e comunque dietro congruo indennizzo. In secondo luogo, nel momento in cui il ddsl si propone di fissare un tetto alla raccolta pubblicitaria, si dimostra come il legislatore abbia una visione totalmente non corretta del mercato di riferimento, un mercato in cui la pubblicità è certo una risorsa, ma non è l'unica, vista la presenta di un canone e di abbonamenti. Senza dimenticare poi che il fatto stesso di porre un tetto è un principio contrario a tutta la politica antitrust europea. Non bisognerebbe sottovalutare infine il fatto che l'attività di qualsiasi impresa è caratterizzata da pianificazione annuali, sulla base di scenari che non è possibile cancellare con un rigo di legge: soprattutto per norme di settore, come nel caso radiotelevisivo, dovrebbe esserci continuità, al di là delle maggioranze.

martedì 28 agosto 2007

E SE TELCO SALVASSE IPSE??

Ormai siamo abituati a tutto, ma sarebbe il magheggio dei magheggi.

Provo a spiegarmi, con il beneficio della fantasia e senza dettagli eccessivi.
1) IPSE è un controllo partecipato a maggioranza relativa (45.6%) dalla società spagnola Telefonica che entra nel mercato italiano nel 2000 in occasione dei bando di gara che assegna le frequenze per la telefonia di terza generazione. Altri azionisti della società sono Sonera, Atlanet, Banca di Roma e altri minori.
2) IPSE è il quinto di 5 operatori che si agiudicano le frequenze per l'UMTS, ma è il solo che non avvia in nessun modo la realizzazione di infrastrutture e l'offerta di servizi. IPSE inoltre non completa gli ultimi pagamenti dovuti all'agiudicazione del bando di gara.
3) Il Ministero delle Comunicazioni e l'Autorità delle Comunicazioni iniziano una procedura di contenzioso verso IPSE in ragione della mancata copertura del territorio (è un obbligo previsto dal bando di gara, daltronde le frequenze sono una risorsa scarsa e non possono essere sprecate). Questa procedura dura diversi anni e più o meno si conclude più o meno nel 2006 con la revoca delle frequenze.
4) Nel 2007 Telefonica cavalca l'opearzione Telco (sempre come azionista di riferimento), per prendere il controllo di Telecom Italia (opeazione tuttora in fase di perfezionamento) pagando il 25% in più del valore di mercato le azioni che si ribasseranno oltre il 10%.

Ora nel mercato italiano la società spagnola Telefonica risulta presente sotto due forme nel consorsio IPSE e in Telco. In IPSE ha una posizine di debito (come tutto il consorzio) nei confronti dello Stato per non aver effettuato l'ultima trance dei pagamenti per le licenze UMTS. In Telco invece hanno pagato "ad oggi" il 35% in più del valore delle azioni necessarie al controllo di Telecom.

A voler pensar male, se fossi in Telefonica, utilizzerei Telecom Italia per sanare la situazione di IPSE. Magari per comprare un ramo d'azienda, magari per fare qualche esercizio legale su come riprendere le frequenze e salvare il salvabile di un'operazione (quella di IPSE) dove fino ad ora sono stati solo buttati soldi.

Dimenticavo... chiaramente è casuale che l'ingresso di Telefonica in IPSE sia avvenuto durante il Governo D'Alema (l'ultimo prima delle elezioni del 2001) e che l'ingresso in Telecom Italia sia avvenuto durante il Governo Prodi (quello successivo al Governo Berlusconi).

martedì 17 luglio 2007

DIGITALE TERRESTRE: SE LO STATO FINANZIA LA RAI, CHI PENSA ALLE TV PRIVATE?

Oggi la notizia è più o meno su tutti i quotidiani nazionali

Digitale, 33 milioni alla Rai
da Il Sole 24 Ore del 17/7/07, pag 24.

Il Governo rilancia il digitale terrestre
33 milioni alla Rai per lo sviluppo
da Il Messaggero del 17/7/07, pag 19.

Io non credo che lo Stato debba finanziare una competizione pubblico/privato. Credo che lo Stato debba essere imparziale e sostenere in modo uguale tutte le aziende che operano in un settore. Non parlo per gli interessi di Mediaset e La7, ma soprattutto per le emittenti locali.
Appare evidente da queste notizie che se lo Stato contribuisce con soldi pubblici a finanziare la copertura digitale di una emittente (dal 60% all'85% del territorio), le altre si trovereanno svantaggiate. Con le emittenti private e locali questo fenomeno si farà sentire almeno dal punto di vista della raccolta pubblicitaria.
Mi sembra esattamente il contrario di quello che voleva correggere Bersani con il famigerato art.13 del suo primo decreto, volendo eliminare le distorsioni di un sistema in cui il pubblico con soldi dello Stato talvolta compete con il privato. Credo che esistano diverse forme di sostegno allo sviluppo di tutte le tecnologie, ma che sia importante che lo Stato mantenga la "neutralità". Ci sono molti modi per garantire una distribuzione equa e non discriminatoria delle risorse, ad esempio riconoscendo un incentivo per ogni multiplex installato.
Io, nei panni di una emittente privata, mi sentirei discriminato. Chissà cosa ne pensa Bruxelles?

giovedì 5 luglio 2007

TROPPE ASPETTATIVE SUL WI-MAX

Leggo il titolo a pag.6 di Avvenire del 5 Luglio 2007

Rivoluzione Wi-Max
La nuova tecnologia senza fili:
Internet e telefonate a basso costo

Secondo me si sta creando un po' di confusione sulle potenzialità del wireless broadband.
Ritengo che in primo luogo questa tecnologia serva a dare collegamento ad aree che non sono ancora servite e che possa inserirsi tanto nel trasporto (per l'avvicinamento ai centri abitati) quanto per la distribuzione (ultimo miglio, collegamento delle abitazioni). Poi arriverà anche nelle città dove troverà comunque un bel mercato. Questo è il Wi-Max IMHO.

Cosa non è il Wi-Max?
  • Non è una tecnologia per portare Internet a basso costo. I costi saranno concorrenziali e proporzionati ai livelli di servizio, ma nessun business plan di un nuovo operatore sogna di andare di misura sotto i prezzi attuali. Devono competere con l'ADSL e ce ne saranno di difficoltà, per via dei limiti della tecnologia, per via dei costi di collegamento e di assistenza. Non dimentichiamo che con il Wi-Max non si passa per i doppini in rame di mamma Telecom e che quindi ci sarà bisogno di disporre di propri uomini in grado di operare manutenzione e configurazioni sulle antennine domestiche...
  • Non è una tecnologia per telefonare. E se vogliamo dirla tutta non è nemmeno una tecnologia per fare P2P. Funziona con il VoIP, ma dovrà maturare e integrarsi con l'infrastruttura esistente per fornire i servizi di localizzazione, le chiamate di emergenza... per poter essere paragonato ai servizi telefonici tradizionali.
  • Non è sicuramente il mezzo migliore per far lavorare skype, dal momento che questa tecnologia crea supernodi che possono saturare la banda disponibile, non solo per l'utente, ma per la porzione di territorio coperta dalla stessa antenna della CPE. Così come, infatti, non è lo strumento migliore per fare P2P.
Cos'è allora il Wi-Max.
  • E' uno strumento semplice da usare e da installare su frequenze licenziate che permette di effetturare collegamenti con buone capacità trasmissive, ma attraverso un mezzo (un tempo lo chiamavano etere!) che per sua natura è condiviso.
  • E' una tecnologia che permette di colmare il digital divide nelle aree non raggiunte dai servizi ADSL e che funzionerà anche in ambito metropolitano.
Personalmente ho sempre paura quando si creano aspettative eccessive perchè il rischio è di finire come per l'UMTS. Progetti e aspettative faraoniche. Offerte economiche surreali per i diritti sulle frequenze. E poi... anni di attesa per avere la tencnologia, esposizione economica per le azionde che hanno investito troppo, modelli di business da verificare, incertezza. E' difficile posizionare un operatore nel modo migliore tra innovazione e prudenza. Ma non ci dimentichiamo quello che abbiamo passato con l'UMTS e i rischi finanziari a cui si sono esposte molte aziende. Si dice che dal passato si apprende sempre qualcosa. Speriamo...

martedì 26 giugno 2007

CORSO SULLA SICUREZZA DELLE RETI APPLICATA

Pubblico queste slide del corso "Sicurezza delle reti applicata" che ho presentato l'anno scorso (2006) alla Scuola Superiore di Telecomunicazioni. Corrispondono a 10 ore di corso svolte in 5 giornate, 3 di teoria e 2 di laboratorio.

giovedì 21 giugno 2007

CYBERSQUATTING: UNA NUOVA SENTENZA PROTEGGE LE AZIENDE DA CHI REGISTRA IMPROPRIAMENTE I LORO DOMINI

E' una sentenza che è sicuramente destinata a fare storia e a mettere luce, in un contesto quantomai disordinato e confuso, sulle modalità di assegnazione dei nomi a dominio ".it".

Alpi Eagles Spa assistita dallo studio legale Carobene Cervato & Partners, ha vinto una causa contro i detentori del sito alpi-eagles.it che indirizzavano i visitatori di questa pagina verso un sito di viaggi diverso da quello della compagnia aerea. Il tribunale di Venezia ha vietato questo utilizzo del domino alpi-eagles.it, e ha deciso di punire con una penale di 1.000 euro ogni ulteriore reindirizzamento abusivo.
(da Nòvo del Sole 24 Ore del 21 Giugno 2007, "Concorrenza sleale" pag. 2)


Infatti deve ancora trovare attuazione dal punto di vista amministrativo l'art.15 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche che definisce le competenze del Minsitero delle Comunicazioni (prevalentemente vigilanza) nei confronti del c.d. Registro dei Domini ccTLD ".it".

martedì 19 giugno 2007

E IL SITO PEDOFILO TORNA VISIBILE

Et voilà, come se nulla fosse successo, come se non ci fosse stato un intervento delle forze dell'ordine per oscurare il sito pedofilo, come se non si fossero espressi Ministri e politici con plausi di ogni genere ecco che ricompare il portale del "Boy love day".

"Oscuramento siti: i dubbi della stessa polizia postale"
(La Voce Repubblicana del 19 Giugno 2007)

Iniziamo a mettere qualche concetto in chiaro:
  • oscurare un sito non è una misura sufficiente a fermare la violenza contro il minore;
  • oscurare un sito vuol dire solamente (ed eventualmente) inibirne la visualizzazione lasciando il minore al proprio destino e il resto del mondo a guardare;
  • oscurare un sito non è facile e gli strumenti disponibili corrono il rischio di non essere efficaci nei confronti di siti esteri;
  • il decreto interministeriale per impedire l'accesso ai siti segnalati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia (apri il pdf) è inefficace (e non ha ancora trovato attuazione nelle misure previste);
  • il tentativo di definire dei filtri sui DNS e a livello IP è antistorico e comunque inefficace (posso usare il DNS di un altro ISP e/o un proxy e vedo tutti i siti che voglio);
  • affrontare il problema dal punto di vista tecnologico è pericoloso, perchè invece di scoprire il pedofilo lo si istiga all'uso di sistemi di anonimizzazione che lo rendono ancora più nascosto nella rete e difficile da scovare (questo mette a repentaglio anche le indagini in Italia, dove negli ultimi anni il crimine pedofilo su Internet è stato drasticamente perseguito);
  • personalmente avevo intrapreso come Consigliere per Internet dei precedenti Ministri delle Comunicazioni, on.le Gasparri e on.le Landolfi, la strada delle autoregolamentazioni, perchè la tecnologia è sfuggente, perchè serve la collaborazione degli operatori e degli ISP, perchè bisogna coinvolgere gli educatori ed il volontariato, perchè bisogna esportare questo principio negli altri peasi e avevamo ottenuto riscontri in ambito comunitario ed internazionale.
Se poi si vorranno anche unire i comitati di autoregolamentazione che attualmente seguono la televisione e Internet in un unico comitato... allora sarà l'apoteosi della inoperatività, perchè la Tv e la rete sono due mondi troppo diversi, con due normative diverse, con tecnologie diverse, con modelli economici e di finanziamento diversei, con implicazioni sulla sicurezza e sul crimine diametralmente opposte.
Non è una questione politica, è una questione legata alla sicurezza e alla tecnologia.
Chi ritiene di poter controllare Internet con normative di tipo televisivo è libero di provarci, così come è libero di sbagliare. Sarebbe un peccato scoprire, magari dopo anni, di non essere stati efficaci rispetto alle finalità che erano state prefissate.

A mio modesto parere l'unica strada disponibile, al momento, è quella delle autoregolamentazioni. La tecnologia non consente filtri adeguati ed efficaci ad inibire siti web.

D'altronde la rete Internet è nata proprio su questi presupporti durante la guerra fredda... disaccoppiare il livello trasporto dal livello applicativo per rendere la consegna del contenuto indipendente dal mezzo... Introdurre filtri è come rivedere i principi che sono stati alla base del successo di Internet. Io penso che sia molto difficile!!

mercoledì 13 giugno 2007

FERMIAMO LA GIORNATA PEDOFILA

E' stata indetta per il 23 Giugno prossimo da associazioni che dialogano attraverso la rete Internet e che molto probabilmente hanno sede in Olanda o si appoggiano su questo paese dell'Unione Europea. L'Olanda a differenza di tutti gli altri Paesi "occidentali" pur condannando penalmente la violenza sessuale contro i minori, concede libertà di espressione (e associazione) a tutti coloro che intendono promuovere la "cultura della pedofilia". L'Olanda infatti crede che si possano rispettare le opinioni purchè non si trasformino in reati. Fatto sta che questo inquietante fenomeno "culturale" sta facendo dell'Olanda e dei suoi server Internet il centro di aggregazione delle perversioni sessuali e dell'istigazione alla pedofilia, con annessi gli scenari criminali internazionali in cui questi reati possono essere perpetrati.

Il Ministro Bindi si è detta certa che i suoi colleghi ministri condivideranno con lei la "più profonda indignazione verso un'iniziativa odiosa e pericolosa, che si pone in conflitto con tutti i valori di attenzione e rispetto dell'infanzia e dell'adolescenza che il nostro Paese sta difendendo attivamente in ambito nazionale e internazionale". (tratto da "La Repubblica" del 13/7/07, "Giornata pedofila l'ira della Bindi "Iniziativa odiosa" pag.25)

Nello scambio epistolare tra colleghi dell'esecutivo oltre all'iniziativa mediatica/giornalistica, non è stato centrato il cuore del problema. Se un Paese europeo riconosce "libertà di espressione" che ledono le libertà inidividuali e il rispetto del prossimo, queste espressioni possono essere tollerate o vanno condannate? La mia opinione è che l'apologia della pedofilia va condannata al pari dei qualunque altra forma espressiva di istigazione alla violenza. Altrimenti si smontano anche tutte le prove di qualunque altro crimine, terrorismo compreso.

Cosa sarebbero stati gli organizzatori degli attentati dell'11 Settembre in Olanda? Apologeti del terrore in una società in cui è consentito esprimere le opinioni in grado magari coordinare a distanza, sempre e solo idealmente, che invece sceglie di commettere azioni di guerra?
Non scherziamo sul crimine organizzato e non scherziamo sulla violenza contro i minori. L'istigazione alla violenza va fermata, in tutte le sue forme. L'apologia della pedofilia non è una espressione che può essere professata liberamente, perchè è in se stessa il non rispetto per gli altri.

domenica 20 maggio 2007

PRODI SORRIDE ALL'ACQUISTO DI ENDEMOL, MENTRE BERLUSCONI SI ALLONTANA DA TELECOM

La maggioranza si spacca, tra favorevoli e contrari all'operazione con cui è stata rilevata la società olandese Endemol.

"La vicenda Endemol - spiega Romano Prodi - non è negativa di per sè, perchè è comunque segno che un'impresa italiana si mostra dinamicha sul mercato"

"Così la Rai deve mettersi a correre" (fonte: Il Messaggero del 20/5 pag. 5 "Prodi a Confalonieri: per la Rai scossa salutare" di Fabrizio Rizzi)

Nei giorni scorsi altri esponenti della maggioranza hanno commentato differentemente.

"A questo punto - commenta Roberto Zaccaria, deputato della Margherita e già presidente della Rai - la Rai puo’ svincolarsi dai contratti con Endemol. E valorizzare di piu’ la produzione interna e quella indipendente" (fonte: Dagospia riprende Adnkronos del 16/5)

Mentre in Mediaset prevale questa considerazione

"Se dovessimo sacrificare centinaia di milioni di euro come vuole la Gentiloni - sostiene Fedele Confalonieri, AD Mediaset - non potremmo fare operazioni come questa" (fonte: Adnkronos, 14/5)

Perchè prodi è così favorevole all'operazione Endemol? La Margherita è ancora titubante. Forse perchè spera che così Berlusoconi non incomba più sull'affare Telecom? Forse perchè la Margherita deve difendere e sostenere il DDL Gentiloni? Di sicuro il cavaliere ha spaventato la maggioranza, perchè gestendo in assoluto riserbo un'operazione da 2.5 miliardi di Euro, ha mostrato che sarebbe potuto veramente entrare nella partita Telecom.