sabato 17 febbraio 2007

E alla fine arrivarono YouTube e il Grande Fratello

Il paragonare tra il personaggio dell’anno della rivista Times e il reality più popolare del mondo fa drizzare i capelli anche a un calvo, ma in verità hanno entrambi più di qualcosa in comune.
Non voglio entrare nel merito dei contenuti che possono essere apprezzati o deprecati. E non entro neanche nel merito della tecnologia utilizzata. Entrambi hanno un grande merito in comune: hanno messo le persone al centro della loro attività e gli hanno dato la possibilità di mostrarsi.

Se pensiamo alla storia dei mezzi di comunicazione l’obiettivo che hanno raggiunto non è affatto banale. Dare alla gente un canale per dire quello che vuole non è un risultato da poco.

La televisione è uno strumento monodirezionale che diffonde pochi contenuti verso molti. Ed è proprio questa la logica dell’informazione. Dall’osservazione di un evento nasce una notizia, viene resa adatta al mezzo su cui trasmetterla e arriva a molti. Un evento, attraverso pochi, per molti.
I reality non hanno sicuramente cambiato la televisione intesa come sistema di comunicazione, ma la stanno sfruttatando fino al limite delle sue capacità per consentire ai telespettatori di vedere i personaggi dal maggior numero di angolazioni. I flussi video sono elaborati dalla regia e contenuti informativi arricchiscono il programma.

YouTube è la stessa cosa, ma funziona al contrario. Intanto è uno strumento bidirezionale, ossia la circolazione dei contenuti è da tutti verso tutti. Questo è il suo vantaggio, ma anche il suo limite. Le persone che producono contenuti sono come i protagonisti dei reality: si puntano addosso una telecamera e fanno qualcosa. Forse sono più simpatici. A volte dicono qualcosa di più intelligente. Ma molto spesso si tratta di vera spazzatura. YouTube permette di selezionare i filmati di interesse integrando molte delle funzioni tipiche di un motore di ricerca: i contenuti vengono ordinati per categorie, è possibile fare una ricerca libera, la ricerca viene ordinata per ricorrenze, per visite o in base alla valutazione del contenuto. La semplicità della ricerca rende lo strumento vicino alle esigenze dell’utente e gli permette di selezionare il contenuto che desidera.

Ho come l’impressione che la televisione attraverso i canali tematici sia arrivata vicina al limite delle sue capacità, mentre stanno nascendo nella rete sistemi per lo scambio di filmati o di distribuzione di contenuti televisivi con tecnologie P2P. Mentre scrivo questo articolo navigo www.coolstreaming.it scarico un programma chiamato Mediacenter che fa da hub per diverse piattaforme di streaming video. Tanti contenuti, un indice, come per la tv. Ed è l’indice che ci mette in contatto con i nuovi protagonisti, nella rete o in tv, che si chiami Google o sia il vecchio amato telecomando.

Infondo: la TV sta a Internet come i reality stanno a YouTube e come il telecomando sta a Google.

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