mercoledì 21 febbraio 2007

DRM vs difesa dei contenuti protetti

Leggo su PuntoInformatico che in Inghilterra è stata promossa una petizione per mettere fuorilegge i DRM e che l’amministrazione Blair si è schierata a favore dei sistemi per la gestione dei diritti digitali.

PuntoInformatico: "Londra: il DRM è cosa buona e giusta"

Credo che ci siano pro e contro nell’adozione dei DRM. Tra i contro ci sono sicuramente problemi di compatibilità non solo tra le diverse soluzioni presenti sul mercato, ma anche tra i formati che supportano queste tecnologie e i dispositivi che dovrebbero leggerli… Non ritengo che siano la soluzione migliore sul mercato, ma allo stato attuale sono probabilmente l’unica presente per consentire la diffusione di contenuti multimediali protetti.

Altra cosa è la demonizzazione del P2P. Credo che la rete e tutti i protocolli di trasmissione vadano considerati sempre in modo neutro rispetto all’uso che se ne fa. Una tecnologia non è mai ne buona ne cattiva. E’ una tecnologia. L’uso che ne fanno le persone invece può essere più o meno adeguato.
La soluzione allo scambio illegale di contenuti protetti su reti P2P non è il DRM che oggi diffonde contenuti soprattutto con altri protocolli di trasmissione, La soluzione è il contrasto allo scambio di contenuti protetti.

Infondo è sarebbe la stessa cosa che fa per bloccare le copie dei CD/DVD che sono in vendita illegalmente sui marciapiedi delle strade. Servono poliziotti telematici. Ma non è detto che questo compito debba essere svolto dal pubblico. Potrebbe anche essere portato avanti da società private con compiti di vigilanza e contrasto, come fanno anche i vigilantes nelle banche.
Ci sarebbe uno spazio di mercato? Secondo me sì. Occorre fare cultura della sicurezza e spiegare anche a chi vende musica e film che il mondo è cambiato e non basta condannare la rete per fermare fenomeni di illegalità. Occorre confrontarsi con questi mezzi, investire e trovare soluzioni.

Volete sapere come si può fare a contrastare lo scambio di contenuti non protetti che dovrebbero invece esserlo su reti P2P? Chiedetemelo…

6 commenti:

Felter Roberto ha detto...

Non sarebbe più opportuno, prima di studiare un metodo valido per fare rispettare il diritto d'autore, rivedere la legge stessa sul diritto d'autore, che ormai non è più in grado di normare i nuovi modelli di "proprietà intellettuale" che si sono venuti a creare con le nuove tecnologie e di conseguenza, con le nuove tipologie di "invenzioni e creazioni"?
In ogni caso "dai dai, dimmi come..."

P.S. Complimenti, bella grafica il tuo blog :-)

Gian Luca Petrillo ha detto...

Mah, il ho lavorato per qualche hanno su regolamenti e anche sul testo della discussa legge Urbani. Non credo che l'approccio vincente sarà quello normativo. Le leggi non possono che riconoscere o guidare trasformazioni che stanno avvenendo o che stanno per avvenire.

La mia idea di "vigilante telematico" consiste nell'immaginare una struttura, una associazione o una società, che promuovo il contrasto allo scambio di contenuti illegali. Come si fa? Basta analizzare i protocolli che vengono utilizzati per lo scambio dei contenuti P2P, dal livello applicativo, al livello IP e utilizzare le loro vulnerabilità...

Non costerebbe nemmeno tanto realizzare una soluzione dedicata al mondo del cinema, ma c'è qualcuno a cui interessa? C'è qualche società di cinematografici che vuole investire per proteggere i propri contenuti??!!

Felter Roberto ha detto...

Quello che discuto io è solamente che ,qualsiasi sia il metodo utilizzato per "controllare", deve essere prima chiaro quali diritti sono ancora effettivamente validi e quali invece sono mantenuti "vivi" esclusivamente per interessi di pochi ma in realtà non rispecchiano più le motivazioni per cui inizialmente erano stati creati.
Chiunque volesse far rispettare dei diritti "di carta" credo non abbia molte probabilità di riuscita.

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie