Visualizzazione post con etichetta Politica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Politica. Mostra tutti i post
venerdì 21 marzo 2008
mercoledì 6 febbraio 2008
IL MIO PROFILO SU RADIORADICALE
Lo ho scoperto per caso e con molto piacere. Sul sito web di Radio Radicale c'è una pagina con il mio profilo su cui sono raccolti molti eventi (che non ricordavo) a cui ho partecipato e che sono stati ripresi.
http://www.radioradicale.it/soggetti/gianluca-petrillo
http://www.radioradicale.it/soggetti/gianluca-petrillo
Etichette:
Amici,
Blog,
Eventi,
Governo,
Informatica,
Internet,
Politica,
Regolamentazione,
Sicurezza,
Tecnologie,
Telecomunicazioni
giovedì 27 dicembre 2007
"L'ITALIA IN RETE" - IL VIDEO DEL CONVEGNO
Il video integrale del convegno promosso dall'associazione "Italia Protagonista" sullo sviluppo delle telecomunicazioni in Italia. L'evento si è svolto a Roma il 12 Dicembre 2007.
In caro si problemi utilizzare questo link: http://video.google.com/videoplay?docid=-3746906591634589355&pr=goog-sl
Angelo Sanza (Capogruppo FI, IX Commissione, Camera dei Deputati), Gian Luca Petrillo (moderatore, Italia Protagonista), Alberto Tripi (Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Terziario Avanzato), Paolo Nuti (Vicepresidente AIIP), Vincenzo Novari (Amministratore Delegato, H3G), Angelo Napoli (Commissario, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), Gina Nieri (Consigliere di Amministrazione, Mediaset), Luciano Frascà (Direttore Generale, Infratel Italia), Pietro Guindani (Amministratore Delegato, Vodafone), Tullio Camiglieri (Direttore Relazioni Esterne e Comunicazione, SKY), Luigi Gubitosi (Amministratore Delegato, Wind), Giampaolo Rossi (Presidente, RaiNet), Tommaso Pompei (Amministratore Delegato, Tiscali), Stefano Pileri (Chief Technology Officer, Telecom Italia), Enzo Savarese (Commissario, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), Maurizio Gasparri (Presidente, Italia Protagonista)
In caro si problemi utilizzare questo link: http://video.google.com/videoplay?docid=-3746906591634589355&pr=goog-sl
Angelo Sanza (Capogruppo FI, IX Commissione, Camera dei Deputati), Gian Luca Petrillo (moderatore, Italia Protagonista), Alberto Tripi (Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Terziario Avanzato), Paolo Nuti (Vicepresidente AIIP), Vincenzo Novari (Amministratore Delegato, H3G), Angelo Napoli (Commissario, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), Gina Nieri (Consigliere di Amministrazione, Mediaset), Luciano Frascà (Direttore Generale, Infratel Italia), Pietro Guindani (Amministratore Delegato, Vodafone), Tullio Camiglieri (Direttore Relazioni Esterne e Comunicazione, SKY), Luigi Gubitosi (Amministratore Delegato, Wind), Giampaolo Rossi (Presidente, RaiNet), Tommaso Pompei (Amministratore Delegato, Tiscali), Stefano Pileri (Chief Technology Officer, Telecom Italia), Enzo Savarese (Commissario, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), Maurizio Gasparri (Presidente, Italia Protagonista)
Etichette:
Attualità,
Banda Larga,
Eventi,
Giovani,
Internet,
Podcast,
Politica,
Regolamentazione,
Tecnologie,
Telecomunicazioni,
Telefonia,
Televisione,
Wireless,
YouTube
sabato 1 dicembre 2007
L'ITALIA IN RETE - 12 DICEMBRE A ROMA
L'appuntamento è per il 12 Dicembre alle ore 15.30 alla Sala delle Conferenze di Palazzo Marini (Camera dei Deputati, Via del Pozzetto 158) per il convegno promosso dall'associazione Italia Protagonista sullo sviluppo delle telecomunicazioni.
La convergenza è una realtà che vede i mezzi di comunicazione sempre più indistinti e sempre più integrati.
Telefonia fissa, mobile e via Internet; televisione digitale, cablata, satellitare, videofonia; reti tradizionali e di nuova generazione. Sono queste le coordinate di sviluppo di un mercato in rapida evoluzione e dagli esiti non del tutto scontati.
L'Italia protagonista per anni dello sviluppo da due cifre nel settore delle tlc si trova oggi davanti a sfide cruciali e decisive, che chiamano in causa operatori, istituzioni e cittadini.
Quale sarà il futuro dell'Italia in rete?
Ne parleremo a Roma il 12 Dicembre con un panel di prestigio composto dai principali attori del mercato italiano delle telecomunicazioni.
Visualizzazione ingrandita della mappa
La convergenza è una realtà che vede i mezzi di comunicazione sempre più indistinti e sempre più integrati.
Telefonia fissa, mobile e via Internet; televisione digitale, cablata, satellitare, videofonia; reti tradizionali e di nuova generazione. Sono queste le coordinate di sviluppo di un mercato in rapida evoluzione e dagli esiti non del tutto scontati.
L'Italia protagonista per anni dello sviluppo da due cifre nel settore delle tlc si trova oggi davanti a sfide cruciali e decisive, che chiamano in causa operatori, istituzioni e cittadini.
Quale sarà il futuro dell'Italia in rete?
Ne parleremo a Roma il 12 Dicembre con un panel di prestigio composto dai principali attori del mercato italiano delle telecomunicazioni.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Etichette:
Attualità,
Banda Larga,
Governo,
Informatica,
Internet,
Podcast,
Politica,
Regolamentazione,
Tecnologie,
Telecomunicazioni,
Telefonia,
Televisione,
Wireless,
YouTube
giovedì 1 novembre 2007
MARCORE' TORNA AD IMITARE GASPARRI
Esilarante. Una parodia veramente divertente andata in onda a "Parla con me", il nuovo programma della Dandini. Molti spunti mostrano un'analisi attenta ai particolari e con elementi reali. Per chi l'ha persa, ecco la versione estratta da YouTube.
Se poi volete rivedere anche la famosa imitazione di qualche anno fa...
Se poi volete rivedere anche la famosa imitazione di qualche anno fa...
Etichette:
Attualità,
Governo,
Politica,
Televisione,
YouTube
martedì 16 ottobre 2007
BANDA LARGA, ANCHE IN FRANCIA L'INCUMBENT MULTATO PER ABUSO POSIZIONE DOMINANTE
La notizia è del 16 Ottobre, ripresa giusto giusto da "Il Sole 24 Ore" (pag. 47). La rilancio tanto per non sentirci soli... con tanti amici ISP condividiamo da anni i problemi degli operatori più piccoli e dei new comers. In Francia l'Antitrust multa France Telecom con 5/6 anni di ritardo... lasciatemi dire, stanno peggio di noi...
Non sono felice per i problemi degli altri paesi UE, ma come ho sempre sostenuto da noi se ne parla di più, mentre in altri paesi sembra sempre che tutto vada bene. E si vendono sempre come se fossero i migliori del mondo.
Anni fa (quando ero al Governo) fummo sottoposti ad una campagna mediatica per i prezzi delle ADSL che da noi erano troppo elevati, proprio in confronto alla Francia... evidentemente le condizioni di France Telecom non erano replicabili... e ne ha avuto un giovamento diretto...
Inoltre in Francia e in Germania i governi controllano direttamente gli incumbent e definiscono direttamente politiche di prezzo e di sviluppo della banda larga, ovvero sono completamente al difuori di quello che è richiesto dalle direttive europee, ma nessuno dice niente.
Altro che Italia... Noi ormai siamo europeisti al 100% e iper-liberisti!!
FRANCE TELECOM
Multa antitrust da 45 milioni
L'Antitrust francese ha comminato una multa di 45 milioni di Euro a France Telecom per abuso di posizione dominante nel mercato della banda larga nel 2001 e 2002. A far scattare la procedura le denunce di T-Mobile e Liberty Surf.
Non sono felice per i problemi degli altri paesi UE, ma come ho sempre sostenuto da noi se ne parla di più, mentre in altri paesi sembra sempre che tutto vada bene. E si vendono sempre come se fossero i migliori del mondo.
Anni fa (quando ero al Governo) fummo sottoposti ad una campagna mediatica per i prezzi delle ADSL che da noi erano troppo elevati, proprio in confronto alla Francia... evidentemente le condizioni di France Telecom non erano replicabili... e ne ha avuto un giovamento diretto...
Inoltre in Francia e in Germania i governi controllano direttamente gli incumbent e definiscono direttamente politiche di prezzo e di sviluppo della banda larga, ovvero sono completamente al difuori di quello che è richiesto dalle direttive europee, ma nessuno dice niente.
Altro che Italia... Noi ormai siamo europeisti al 100% e iper-liberisti!!
Etichette:
Attualità,
Banda Larga,
Esteri,
Governo,
Informatica,
Internet,
Politica,
Regolamentazione,
Tecnologie,
Telecomunicazioni,
Telefonia
martedì 9 ottobre 2007
PREFETTO E MINISTRO APPROVANO IL BURQA
Credo che questa notizia sia una delle più inquietanti comparsa negli ultimi tempi. La fonte è l'articolo di Magdi Allam del 9/10/07 comparso sul Corriere.it (link).
Sono rimasto profondamente perplesso perché se la stessa facoltà fosse estesa ai territori con rilevante presenza mafiosa, 'ndranghetosa, della camorra, come risultato avremmo un aumento impressionante della criminalità e della non perseguibilità dei crimini.
Mi sembra di avere a che fare con le recriminazioni di quegli immigrati di religione islamica che pretendevano foto con il velo nei loro documenti di identità. Il rispetto per le confessioni religiose è alla base della nostra cultura, ma alcune abitudini non possono minare il delicato funzionamento di una società laica.
Il caso Treviso divide il governo. La legge del 1975 e la circolare del 2004: il caos delle norme
Se la decisione del prefetto di Treviso, Vittorio Capocelli, di legittimare il burqa dovesse accreditarsi come riferimento giuridico e amministrativo a livello nazionale, prossimamente le donne islamiche completamente velate potrebbero frequentare le scuole, essere assunte nei luoghi di lavoro e circolare liberamente ovunque in Italia.
Una donna con il burqa
Sono rimasto profondamente perplesso perché se la stessa facoltà fosse estesa ai territori con rilevante presenza mafiosa, 'ndranghetosa, della camorra, come risultato avremmo un aumento impressionante della criminalità e della non perseguibilità dei crimini.
Mi sembra di avere a che fare con le recriminazioni di quegli immigrati di religione islamica che pretendevano foto con il velo nei loro documenti di identità. Il rispetto per le confessioni religiose è alla base della nostra cultura, ma alcune abitudini non possono minare il delicato funzionamento di una società laica.
venerdì 14 settembre 2007
UNA TV PREISTORICA...
Riporto un estratto dell'intervista al Prof. Vincenzo Zeno-Zencovich dal titolo "La sinistra pensa ad una tv preistorica" che compare oggi (14/9/07) a pag. 7 de "Il Giornale delle Libertà".
Quali sono le sue principali perplessità rispetto al disegno di legge [Gentiloni] che disciplina il settore televisivo?
Considerando innanzi tutto i principi ispiratori del ddl, mi sembra quanto meno discutibile il fatto che il testo tenda ad espropriare un'emittente di una serie di risorse accumulate legittimamente nel corso degli anni, in contrasto con l'articolo 42 della Costituzione e con il Protocollo I alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo: la potestà espropriativa ha dei limiti ed è una misura consentita solo per motivi di interesse generale e comunque dietro congruo indennizzo. In secondo luogo, nel momento in cui il ddsl si propone di fissare un tetto alla raccolta pubblicitaria, si dimostra come il legislatore abbia una visione totalmente non corretta del mercato di riferimento, un mercato in cui la pubblicità è certo una risorsa, ma non è l'unica, vista la presenta di un canone e di abbonamenti. Senza dimenticare poi che il fatto stesso di porre un tetto è un principio contrario a tutta la politica antitrust europea. Non bisognerebbe sottovalutare infine il fatto che l'attività di qualsiasi impresa è caratterizzata da pianificazione annuali, sulla base di scenari che non è possibile cancellare con un rigo di legge: soprattutto per norme di settore, come nel caso radiotelevisivo, dovrebbe esserci continuità, al di là delle maggioranze.
Etichette:
Attualità,
Governo,
Politica,
Televisione
martedì 28 agosto 2007
E SE TELCO SALVASSE IPSE??
Ormai siamo abituati a tutto, ma sarebbe il magheggio dei magheggi.
Provo a spiegarmi, con il beneficio della fantasia e senza dettagli eccessivi.
Ora nel mercato italiano la società spagnola Telefonica risulta presente sotto due forme nel consorsio IPSE e in Telco. In IPSE ha una posizine di debito (come tutto il consorzio) nei confronti dello Stato per non aver effettuato l'ultima trance dei pagamenti per le licenze UMTS. In Telco invece hanno pagato "ad oggi" il 35% in più del valore delle azioni necessarie al controllo di Telecom.
A voler pensar male, se fossi in Telefonica, utilizzerei Telecom Italia per sanare la situazione di IPSE. Magari per comprare un ramo d'azienda, magari per fare qualche esercizio legale su come riprendere le frequenze e salvare il salvabile di un'operazione (quella di IPSE) dove fino ad ora sono stati solo buttati soldi.
Dimenticavo... chiaramente è casuale che l'ingresso di Telefonica in IPSE sia avvenuto durante il Governo D'Alema (l'ultimo prima delle elezioni del 2001) e che l'ingresso in Telecom Italia sia avvenuto durante il Governo Prodi (quello successivo al Governo Berlusconi).
Provo a spiegarmi, con il beneficio della fantasia e senza dettagli eccessivi.
1) IPSE è un controllo partecipato a maggioranza relativa (45.6%) dalla società spagnola Telefonica che entra nel mercato italiano nel 2000 in occasione dei bando di gara che assegna le frequenze per la telefonia di terza generazione. Altri azionisti della società sono Sonera, Atlanet, Banca di Roma e altri minori.
2) IPSE è il quinto di 5 operatori che si agiudicano le frequenze per l'UMTS, ma è il solo che non avvia in nessun modo la realizzazione di infrastrutture e l'offerta di servizi. IPSE inoltre non completa gli ultimi pagamenti dovuti all'agiudicazione del bando di gara.
3) Il Ministero delle Comunicazioni e l'Autorità delle Comunicazioni iniziano una procedura di contenzioso verso IPSE in ragione della mancata copertura del territorio (è un obbligo previsto dal bando di gara, daltronde le frequenze sono una risorsa scarsa e non possono essere sprecate). Questa procedura dura diversi anni e più o meno si conclude più o meno nel 2006 con la revoca delle frequenze.
4) Nel 2007 Telefonica cavalca l'opearzione Telco (sempre come azionista di riferimento), per prendere il controllo di Telecom Italia (opeazione tuttora in fase di perfezionamento) pagando il 25% in più del valore di mercato le azioni che si ribasseranno oltre il 10%.
Ora nel mercato italiano la società spagnola Telefonica risulta presente sotto due forme nel consorsio IPSE e in Telco. In IPSE ha una posizine di debito (come tutto il consorzio) nei confronti dello Stato per non aver effettuato l'ultima trance dei pagamenti per le licenze UMTS. In Telco invece hanno pagato "ad oggi" il 35% in più del valore delle azioni necessarie al controllo di Telecom.
A voler pensar male, se fossi in Telefonica, utilizzerei Telecom Italia per sanare la situazione di IPSE. Magari per comprare un ramo d'azienda, magari per fare qualche esercizio legale su come riprendere le frequenze e salvare il salvabile di un'operazione (quella di IPSE) dove fino ad ora sono stati solo buttati soldi.
Dimenticavo... chiaramente è casuale che l'ingresso di Telefonica in IPSE sia avvenuto durante il Governo D'Alema (l'ultimo prima delle elezioni del 2001) e che l'ingresso in Telecom Italia sia avvenuto durante il Governo Prodi (quello successivo al Governo Berlusconi).
martedì 17 luglio 2007
DIGITALE TERRESTRE: SE LO STATO FINANZIA LA RAI, CHI PENSA ALLE TV PRIVATE?
Oggi la notizia è più o meno su tutti i quotidiani nazionali
Io non credo che lo Stato debba finanziare una competizione pubblico/privato. Credo che lo Stato debba essere imparziale e sostenere in modo uguale tutte le aziende che operano in un settore. Non parlo per gli interessi di Mediaset e La7, ma soprattutto per le emittenti locali.
Appare evidente da queste notizie che se lo Stato contribuisce con soldi pubblici a finanziare la copertura digitale di una emittente (dal 60% all'85% del territorio), le altre si trovereanno svantaggiate. Con le emittenti private e locali questo fenomeno si farà sentire almeno dal punto di vista della raccolta pubblicitaria.
Mi sembra esattamente il contrario di quello che voleva correggere Bersani con il famigerato art.13 del suo primo decreto, volendo eliminare le distorsioni di un sistema in cui il pubblico con soldi dello Stato talvolta compete con il privato. Credo che esistano diverse forme di sostegno allo sviluppo di tutte le tecnologie, ma che sia importante che lo Stato mantenga la "neutralità". Ci sono molti modi per garantire una distribuzione equa e non discriminatoria delle risorse, ad esempio riconoscendo un incentivo per ogni multiplex installato.
Io, nei panni di una emittente privata, mi sentirei discriminato. Chissà cosa ne pensa Bruxelles?
Digitale, 33 milioni alla Rai
da Il Sole 24 Ore del 17/7/07, pag 24.
Il Governo rilancia il digitale terrestre
33 milioni alla Rai per lo sviluppo
da Il Messaggero del 17/7/07, pag 19.
Io non credo che lo Stato debba finanziare una competizione pubblico/privato. Credo che lo Stato debba essere imparziale e sostenere in modo uguale tutte le aziende che operano in un settore. Non parlo per gli interessi di Mediaset e La7, ma soprattutto per le emittenti locali.
Appare evidente da queste notizie che se lo Stato contribuisce con soldi pubblici a finanziare la copertura digitale di una emittente (dal 60% all'85% del territorio), le altre si trovereanno svantaggiate. Con le emittenti private e locali questo fenomeno si farà sentire almeno dal punto di vista della raccolta pubblicitaria.
Mi sembra esattamente il contrario di quello che voleva correggere Bersani con il famigerato art.13 del suo primo decreto, volendo eliminare le distorsioni di un sistema in cui il pubblico con soldi dello Stato talvolta compete con il privato. Credo che esistano diverse forme di sostegno allo sviluppo di tutte le tecnologie, ma che sia importante che lo Stato mantenga la "neutralità". Ci sono molti modi per garantire una distribuzione equa e non discriminatoria delle risorse, ad esempio riconoscendo un incentivo per ogni multiplex installato.
Io, nei panni di una emittente privata, mi sentirei discriminato. Chissà cosa ne pensa Bruxelles?
Etichette:
Attualità,
Governo,
Politica,
Regolamentazione,
Tecnologie,
Telecomunicazioni,
Televisione
lunedì 2 luglio 2007
AZIONI TERRORISTICHE CONTROLLATE A DISTANZA
Tratto da"Terrorismo: la bomba scoppia con lo squillo" di Guido Olimpio, dal Corriere della Sera (www.corriere.it) del 2/07/07
Effettivamente non è la prima volta che c'è evidenza di questa tecnica. Sembra che anche negli attentati londinesi del 7 Luglio siano state utilizzate tecnologie mobile. Sembra anche che gli stessi strumenti possano essere utilizzati a fini coercitivi nei confronti dei kamikaze che una volta partiti per la "missione" decretano definitivamente la loro morte. Gli attentatori suicidi infatti possono essere controllati nei loro spostamenti e non possono più tirarsi indietro pena comunque la loro esplosione. Eventualmente l'ordigno può essere attivato a distanza.
A Bagdad come a Londra. I terroristi usano il telefonino cellulare per attivare le bombe. Un video registrato da un gruppo guerrigliero iracheno mostra l’agguato teso ad una pattuglia. Si sente distintamente il ribelle mentre digita il numero e subito dopo si verifica l’esplosione con i soldati spazzati via. Il telefonino viene collegato alla carica e può essere usato in due modi: programmandolo come un timer usando la “sveglia” del cellulare stesso; componendo il numero della scheda inserita. Gli americani hanno scoperto decine di ordigni composte spesso da bombe rudimentali e telefonini.
Effettivamente non è la prima volta che c'è evidenza di questa tecnica. Sembra che anche negli attentati londinesi del 7 Luglio siano state utilizzate tecnologie mobile. Sembra anche che gli stessi strumenti possano essere utilizzati a fini coercitivi nei confronti dei kamikaze che una volta partiti per la "missione" decretano definitivamente la loro morte. Gli attentatori suicidi infatti possono essere controllati nei loro spostamenti e non possono più tirarsi indietro pena comunque la loro esplosione. Eventualmente l'ordigno può essere attivato a distanza.
Etichette:
Attualità,
Esteri,
Informatica,
Internet,
Militari,
Politica,
Sicurezza,
Telecomunicazioni,
Telefonia
giovedì 21 giugno 2007
CYBERSQUATTING: UNA NUOVA SENTENZA PROTEGGE LE AZIENDE DA CHI REGISTRA IMPROPRIAMENTE I LORO DOMINI
E' una sentenza che è sicuramente destinata a fare storia e a mettere luce, in un contesto quantomai disordinato e confuso, sulle modalità di assegnazione dei nomi a dominio ".it".
Infatti deve ancora trovare attuazione dal punto di vista amministrativo l'art.15 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche che definisce le competenze del Minsitero delle Comunicazioni (prevalentemente vigilanza) nei confronti del c.d. Registro dei Domini ccTLD ".it".
Alpi Eagles Spa assistita dallo studio legale Carobene Cervato & Partners, ha vinto una causa contro i detentori del sito alpi-eagles.it che indirizzavano i visitatori di questa pagina verso un sito di viaggi diverso da quello della compagnia aerea. Il tribunale di Venezia ha vietato questo utilizzo del domino alpi-eagles.it, e ha deciso di punire con una penale di 1.000 euro ogni ulteriore reindirizzamento abusivo.
(da Nòvo del Sole 24 Ore del 21 Giugno 2007, "Concorrenza sleale" pag. 2)
Infatti deve ancora trovare attuazione dal punto di vista amministrativo l'art.15 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche che definisce le competenze del Minsitero delle Comunicazioni (prevalentemente vigilanza) nei confronti del c.d. Registro dei Domini ccTLD ".it".
Etichette:
Attualità,
Governo,
Informatica,
Internet,
Politica,
Regolamentazione,
Tecnologie,
Telecomunicazioni
AL BANDO I BLACKBERRY ALL'ELISEO
"Gli apparati per la sicurezza nazionale [francesi] hanno infatti emanato una disposizione che mette al bando i Blackberry nelle strutture della Presidenza della Repubblica e nell'ufficio del premier per timore che le loro comunicazioni possano essere intercettate."
(Fonte: Il Sole 24 Ore del 21/6/07, pag. 10)
In effetti la tecnologia push email prevede la sincronizzazione della casella postale con un server remoto (ma non necessariamente) responsabile della consegna dei messaggi. Analoga procedura viene utilizzata per la conversione di allegati in un formato legibile (word => testo) che genera altrettanto traffico sulla rete Internet, quindi al difuori delle più sicure reti degli operatori mobili.
Etichette:
Attualità,
Esteri,
Informatica,
Internet,
Politica,
Regolamentazione,
Sicurezza,
Tecnologie,
Telecomunicazioni,
Telefonia
martedì 19 giugno 2007
E IL SITO PEDOFILO TORNA VISIBILE
Et voilà, come se nulla fosse successo, come se non ci fosse stato un intervento delle forze dell'ordine per oscurare il sito pedofilo, come se non si fossero espressi Ministri e politici con plausi di ogni genere ecco che ricompare il portale del "Boy love day".
Iniziamo a mettere qualche concetto in chiaro:
Non è una questione politica, è una questione legata alla sicurezza e alla tecnologia.
Chi ritiene di poter controllare Internet con normative di tipo televisivo è libero di provarci, così come è libero di sbagliare. Sarebbe un peccato scoprire, magari dopo anni, di non essere stati efficaci rispetto alle finalità che erano state prefissate.
A mio modesto parere l'unica strada disponibile, al momento, è quella delle autoregolamentazioni. La tecnologia non consente filtri adeguati ed efficaci ad inibire siti web.
D'altronde la rete Internet è nata proprio su questi presupporti durante la guerra fredda... disaccoppiare il livello trasporto dal livello applicativo per rendere la consegna del contenuto indipendente dal mezzo... Introdurre filtri è come rivedere i principi che sono stati alla base del successo di Internet. Io penso che sia molto difficile!!
"Oscuramento siti: i dubbi della stessa polizia postale"
(La Voce Repubblicana del 19 Giugno 2007)
Iniziamo a mettere qualche concetto in chiaro:
- oscurare un sito non è una misura sufficiente a fermare la violenza contro il minore;
- oscurare un sito vuol dire solamente (ed eventualmente) inibirne la visualizzazione lasciando il minore al proprio destino e il resto del mondo a guardare;
- oscurare un sito non è facile e gli strumenti disponibili corrono il rischio di non essere efficaci nei confronti di siti esteri;
- il decreto interministeriale per impedire l'accesso ai siti segnalati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia (apri il pdf) è inefficace (e non ha ancora trovato attuazione nelle misure previste);
- il tentativo di definire dei filtri sui DNS e a livello IP è antistorico e comunque inefficace (posso usare il DNS di un altro ISP e/o un proxy e vedo tutti i siti che voglio);
- affrontare il problema dal punto di vista tecnologico è pericoloso, perchè invece di scoprire il pedofilo lo si istiga all'uso di sistemi di anonimizzazione che lo rendono ancora più nascosto nella rete e difficile da scovare (questo mette a repentaglio anche le indagini in Italia, dove negli ultimi anni il crimine pedofilo su Internet è stato drasticamente perseguito);
- personalmente avevo intrapreso come Consigliere per Internet dei precedenti Ministri delle Comunicazioni, on.le Gasparri e on.le Landolfi, la strada delle autoregolamentazioni, perchè la tecnologia è sfuggente, perchè serve la collaborazione degli operatori e degli ISP, perchè bisogna coinvolgere gli educatori ed il volontariato, perchè bisogna esportare questo principio negli altri peasi e avevamo ottenuto riscontri in ambito comunitario ed internazionale.
Non è una questione politica, è una questione legata alla sicurezza e alla tecnologia.
Chi ritiene di poter controllare Internet con normative di tipo televisivo è libero di provarci, così come è libero di sbagliare. Sarebbe un peccato scoprire, magari dopo anni, di non essere stati efficaci rispetto alle finalità che erano state prefissate.
A mio modesto parere l'unica strada disponibile, al momento, è quella delle autoregolamentazioni. La tecnologia non consente filtri adeguati ed efficaci ad inibire siti web.
D'altronde la rete Internet è nata proprio su questi presupporti durante la guerra fredda... disaccoppiare il livello trasporto dal livello applicativo per rendere la consegna del contenuto indipendente dal mezzo... Introdurre filtri è come rivedere i principi che sono stati alla base del successo di Internet. Io penso che sia molto difficile!!
Etichette:
Attualità,
Banda Larga,
Governo,
Informatica,
Internet,
Minori,
Politica,
Regolamentazione,
Sicurezza,
Tecnologie,
Telecomunicazioni,
Telefonia,
Televisione
giovedì 14 giugno 2007
OSCURATO IL SITO PEDOFILO: E' COSI' CHE CREDIAMO DI FERMARE LA PEDOFILIA??
Giovedì era comparsa la notizia della giornata dell'orgoglio pedofilo, annunciata in Internet attraverso alcuni siti pedofili. E' seguito un intervento puntuale delle FFOO e in particolare della Polizia Postale che ha provveduto a far oscurare il sito che diffondeva queste informazioni, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.
[Non mi dilungo sugli elementi normativi ma c'è stato un DM del Ministro delle Comunicazioni (on. Gentiloni) che hai sensi del decreto legislativo promosso dall'ex-Ministro delle Pari Opportunità on. Prestigiacomo ha definito le modalità con cui diffondere dei filtri per oscurare siti che si trovano all'estero e su cui la nostra giustizia non ha giurisdizione.]
Oscurare i isti non salva i bambini dai pedofili, ma li lascia al loro destino. E'
come chiudere una finestra sul mondo senza tuttavia intervenire.
[Non mi dilungo sugli elementi normativi ma c'è stato un DM del Ministro delle Comunicazioni (on. Gentiloni) che hai sensi del decreto legislativo promosso dall'ex-Ministro delle Pari Opportunità on. Prestigiacomo ha definito le modalità con cui diffondere dei filtri per oscurare siti che si trovano all'estero e su cui la nostra giustizia non ha giurisdizione.]
Oggi alcuni giornali titolano così.A questo punto è importante precisare una cosa: oscurando i siti non si ferma nessun orco. Non c'è stato nessuno "stop" alla giornata dell'orgogio pedofilo. Al massimo, non incontreremo per errore quei siti navigando la rete dall'Italia. Ormai è quasi un anno che va in giro questo stereotipo per tentare di dare un significato alle norme che consentono di oscurare i siti web.
Stop in rete a "Orgoglio pedofilo"
l'Italia oscura il sito degli orrori
(la Repubblica)
Fermati gli orchi
Accesso blindato al sito dei pedofili
Gentiloni e Bindi "Plauso alla Polizia"
(E Polis Roma)
Oscurare i isti non salva i bambini dai pedofili, ma li lascia al loro destino. E'
come chiudere una finestra sul mondo senza tuttavia intervenire.
Etichette:
Attualità,
Informatica,
Internet,
Minori,
Politica,
Regolamentazione,
Sicurezza,
Tecnologie,
Telecomunicazioni,
Telefonia
mercoledì 13 giugno 2007
FERMIAMO LA GIORNATA PEDOFILA
E' stata indetta per il 23 Giugno prossimo da associazioni che dialogano attraverso la rete Internet e che molto probabilmente hanno sede in Olanda o si appoggiano su questo paese dell'Unione Europea. L'Olanda a differenza di tutti gli altri Paesi "occidentali" pur condannando penalmente la violenza sessuale contro i minori, concede libertà di espressione (e associazione) a tutti coloro che intendono promuovere la "cultura della pedofilia". L'Olanda infatti crede che si possano rispettare le opinioni purchè non si trasformino in reati. Fatto sta che questo inquietante fenomeno "culturale" sta facendo dell'Olanda e dei suoi server Internet il centro di aggregazione delle perversioni sessuali e dell'istigazione alla pedofilia, con annessi gli scenari criminali internazionali in cui questi reati possono essere perpetrati.
Nello scambio epistolare tra colleghi dell'esecutivo oltre all'iniziativa mediatica/giornalistica, non è stato centrato il cuore del problema. Se un Paese europeo riconosce "libertà di espressione" che ledono le libertà inidividuali e il rispetto del prossimo, queste espressioni possono essere tollerate o vanno condannate? La mia opinione è che l'apologia della pedofilia va condannata al pari dei qualunque altra forma espressiva di istigazione alla violenza. Altrimenti si smontano anche tutte le prove di qualunque altro crimine, terrorismo compreso.
Cosa sarebbero stati gli organizzatori degli attentati dell'11 Settembre in Olanda? Apologeti del terrore in una società in cui è consentito esprimere le opinioni in grado magari coordinare a distanza, sempre e solo idealmente, che invece sceglie di commettere azioni di guerra?
Non scherziamo sul crimine organizzato e non scherziamo sulla violenza contro i minori. L'istigazione alla violenza va fermata, in tutte le sue forme. L'apologia della pedofilia non è una espressione che può essere professata liberamente, perchè è in se stessa il non rispetto per gli altri.
Il Ministro Bindi si è detta certa che i suoi colleghi ministri condivideranno con lei la "più profonda indignazione verso un'iniziativa odiosa e pericolosa, che si pone in conflitto con tutti i valori di attenzione e rispetto dell'infanzia e dell'adolescenza che il nostro Paese sta difendendo attivamente in ambito nazionale e internazionale". (tratto da "La Repubblica" del 13/7/07, "Giornata pedofila l'ira della Bindi "Iniziativa odiosa" pag.25)
Nello scambio epistolare tra colleghi dell'esecutivo oltre all'iniziativa mediatica/giornalistica, non è stato centrato il cuore del problema. Se un Paese europeo riconosce "libertà di espressione" che ledono le libertà inidividuali e il rispetto del prossimo, queste espressioni possono essere tollerate o vanno condannate? La mia opinione è che l'apologia della pedofilia va condannata al pari dei qualunque altra forma espressiva di istigazione alla violenza. Altrimenti si smontano anche tutte le prove di qualunque altro crimine, terrorismo compreso.
Cosa sarebbero stati gli organizzatori degli attentati dell'11 Settembre in Olanda? Apologeti del terrore in una società in cui è consentito esprimere le opinioni in grado magari coordinare a distanza, sempre e solo idealmente, che invece sceglie di commettere azioni di guerra?
Non scherziamo sul crimine organizzato e non scherziamo sulla violenza contro i minori. L'istigazione alla violenza va fermata, in tutte le sue forme. L'apologia della pedofilia non è una espressione che può essere professata liberamente, perchè è in se stessa il non rispetto per gli altri.
domenica 3 giugno 2007
PUTIN LAMENTA LO SCUDO NATO IN POLONIA E REPUBBLICA CECA, "COSI' CAMBIA L'EQUILIBRIO STRATEGICO"
Negli anni 80 sarebbe stato un sogno: la fine della guerra fredda, il crollo del Muro di Berlino, la fine della corsa agli armamenti, un equilibrio strategico tra le superpotenze. Oggi invece, a quanto si apprende dall'intevista del Corriere.it al premiere russo Vladimir Putin, questo punto di equilibrio sta diventando quantomai instabile, perchè alcuni dei presupposti alla sua base stanno venendo meno.
In meno di 20 anni quasi tutti i paesi satellite dell'ex-URSS sono entrati nella NATO e dipongono di sistemi di difesa funzionali ai programmi militari di difesa statunitensi e dell'alleanza atlantica. Chiaramente, i missiili nel giardino del vicino di casa non fanno piacere a nessuno...
Tratto da "Corriere della Sera.it" del 3/6/07 ""Putin: pronto a puntare missuli sull'Europa" di Fabrizio Dragosei Franco Venturini (clicca qui per leggere l'articolo).
In meno di 20 anni quasi tutti i paesi satellite dell'ex-URSS sono entrati nella NATO e dipongono di sistemi di difesa funzionali ai programmi militari di difesa statunitensi e dell'alleanza atlantica. Chiaramente, i missiili nel giardino del vicino di casa non fanno piacere a nessuno...
Se lo «scudo» andrà avanti, i missili russi torneranno ad essere puntati contro le città e gli obiettivi militari americani come accadeva ai tempi della guerra fredda?
«Naturalmente sì. Se il potenziale nucleare americano si allarga al territorio europeo noi dovremo darci nuovi bersagli in Europa. Spetta ai nostri militari la definizione di questi bersagli così come la scelta tra missili balistici e missili da crociera. Ma questo è soltanto un aspetto tecnico».
Tratto da "Corriere della Sera.it" del 3/6/07 ""Putin: pronto a puntare missuli sull'Europa" di Fabrizio Dragosei Franco Venturini (clicca qui per leggere l'articolo).
domenica 20 maggio 2007
PRODI SORRIDE ALL'ACQUISTO DI ENDEMOL, MENTRE BERLUSCONI SI ALLONTANA DA TELECOM
La maggioranza si spacca, tra favorevoli e contrari all'operazione con cui è stata rilevata la società olandese Endemol.
Nei giorni scorsi altri esponenti della maggioranza hanno commentato differentemente.
Mentre in Mediaset prevale questa considerazione
Perchè prodi è così favorevole all'operazione Endemol? La Margherita è ancora titubante. Forse perchè spera che così Berlusoconi non incomba più sull'affare Telecom? Forse perchè la Margherita deve difendere e sostenere il DDL Gentiloni? Di sicuro il cavaliere ha spaventato la maggioranza, perchè gestendo in assoluto riserbo un'operazione da 2.5 miliardi di Euro, ha mostrato che sarebbe potuto veramente entrare nella partita Telecom.
"La vicenda Endemol - spiega Romano Prodi - non è negativa di per sè, perchè è comunque segno che un'impresa italiana si mostra dinamicha sul mercato"
"Così la Rai deve mettersi a correre" (fonte: Il Messaggero del 20/5 pag. 5 "Prodi a Confalonieri: per la Rai scossa salutare" di Fabrizio Rizzi)
Nei giorni scorsi altri esponenti della maggioranza hanno commentato differentemente.
"A questo punto - commenta Roberto Zaccaria, deputato della Margherita e già presidente della Rai - la Rai puo’ svincolarsi dai contratti con Endemol. E valorizzare di piu’ la produzione interna e quella indipendente" (fonte: Dagospia riprende Adnkronos del 16/5)
Mentre in Mediaset prevale questa considerazione
"Se dovessimo sacrificare centinaia di milioni di euro come vuole la Gentiloni - sostiene Fedele Confalonieri, AD Mediaset - non potremmo fare operazioni come questa" (fonte: Adnkronos, 14/5)
Perchè prodi è così favorevole all'operazione Endemol? La Margherita è ancora titubante. Forse perchè spera che così Berlusoconi non incomba più sull'affare Telecom? Forse perchè la Margherita deve difendere e sostenere il DDL Gentiloni? Di sicuro il cavaliere ha spaventato la maggioranza, perchè gestendo in assoluto riserbo un'operazione da 2.5 miliardi di Euro, ha mostrato che sarebbe potuto veramente entrare nella partita Telecom.
Etichette:
Attualità,
Banda Larga,
Governo,
Internet,
Politica,
Telecomunicazioni,
Telefonia,
Televisione
mercoledì 9 maggio 2007
LOZANO SE LA PRENDE CON LA SGRENA
Grazie a Luca per la segnalazione dell'articolo uscito oggi sul Corriere in cui Alessandra Farkas intervista Mario Lozano.
«[...]La Sgrena ha un'agenda politica».Leggi l'articolo
Che cosa intende dire?
«Mi sta usando come un capro espiatorio per il suo anti-americanismo. Vuole colpire gli Usa ma se la prende con un povero diavolo, che ha solo ubbidito agli ordini. Bella comunista! Ha distrutto il mio matrimonio e la mia carriera e oggi le mie due figlie vivono nel terrore che finirò in carcere».
Di chi è la colpa di ciò che è successo?
«Della Sgrena. Che ha avuto la malaugurata idea di andare in un Paese off limits ai giornalisti, costringendo un eroe come Calipari a morire per liberarla. Oggi lui è in paradiso, io sono il mostro di un'intera nazione e lei, che è la causa di tutto, è viva, vegeta e fa soldi raccontando bugie».
Etichette:
Attualità,
Medio Oriente,
Militari,
Politica,
Sicurezza
lunedì 9 aprile 2007
BLOG SUL CASO CALLIPARI: ECCO COME CI VEDONO DA OCCIDENTE...
Segnalo questo articolo in Inglese pubblicato sul portale americano phastidio.net riguardo la liberazione della giornalista del manifesto Giuliana Sgrena e la morte dell'agente Nicola Callipari.
E' interessante leggere, indipendentemente dal giudizio dell'autore del post, una analisi che proviene da oltreoceano sulla politica estera del nostro Paese.
E' interessante leggere, indipendentemente dal giudizio dell'autore del post, una analisi che proviene da oltreoceano sulla politica estera del nostro Paese.
This is Italy: the country where a judge can put on trial the chief of military intelligence for the abduction of a suspected terrorist, in a true orgy of judiciary antiamericanism. A few years ago, today’s Foreign Minister, Massimo D’Alema, wrote a book titled “Un paese normale” (A Normal Country).Ecco l'articolo.
Iscriviti a:
Post (Atom)