Quali sono le sue principali perplessità rispetto al disegno di legge [Gentiloni] che disciplina il settore televisivo?
Considerando innanzi tutto i principi ispiratori del ddl, mi sembra quanto meno discutibile il fatto che il testo tenda ad espropriare un'emittente di una serie di risorse accumulate legittimamente nel corso degli anni, in contrasto con l'articolo 42 della Costituzione e con il Protocollo I alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo: la potestà espropriativa ha dei limiti ed è una misura consentita solo per motivi di interesse generale e comunque dietro congruo indennizzo. In secondo luogo, nel momento in cui il ddsl si propone di fissare un tetto alla raccolta pubblicitaria, si dimostra come il legislatore abbia una visione totalmente non corretta del mercato di riferimento, un mercato in cui la pubblicità è certo una risorsa, ma non è l'unica, vista la presenta di un canone e di abbonamenti. Senza dimenticare poi che il fatto stesso di porre un tetto è un principio contrario a tutta la politica antitrust europea. Non bisognerebbe sottovalutare infine il fatto che l'attività di qualsiasi impresa è caratterizzata da pianificazione annuali, sulla base di scenari che non è possibile cancellare con un rigo di legge: soprattutto per norme di settore, come nel caso radiotelevisivo, dovrebbe esserci continuità, al di là delle maggioranze.
venerdì 14 settembre 2007
UNA TV PREISTORICA...
Riporto un estratto dell'intervista al Prof. Vincenzo Zeno-Zencovich dal titolo "La sinistra pensa ad una tv preistorica" che compare oggi (14/9/07) a pag. 7 de "Il Giornale delle Libertà".
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